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La Tessitura del proprio Intento

In Autunno, proprio nei giorni dell’equinozio, molti conservano l’usanza di praticare la Tessitura dell’Intento creando un mandala con fili di lana colorati. Ad ogni colore, scelto in base al proprio sentire, si associa un Proposito per auspicarne la realizzazione, poiché come questo è un periodo buono per piantare nuovi semi, così lo è per seminare nuovi obiettivi. Con i fili, poi, si iniziano a ornare due bastoncini di legno incrociati compiendo movimenti ben precisi che danno vita a un manufatto romboidale. Successivamente verrà appeso in un luogo della casa protetto, ma visibile, così da ricordarci i propositi espressi per sostenerli. Si può anche regalare augurando a chi lo riceve di poter concretizzare ciò che desidera, prosperità e abbondanza. Si tratta di una consuetudine che deriva da svariate tradizioni, ha una precisa valenza simbolica, in cui si celano insegnamenti antichi e attualissimi, è un momento creativo, un Rito a tutti gli effetti estremamente potente e indicativo.

Focalizzare e Affidare l’Intento

L’Intento sta a indicare un proposito concreto, preciso, qualcosa a cui si tende e verso cui ci si concentra, che costituisce l’aspirazione di una persona e la coinvolge, non uno scopo accennato o un vago desiderio. Può riguardare il lavoro, la crescita spirituale e individuale, l’amore, gli affetti, la salute, il quotidiano, e deve essere orientato al bene, senza nuocere a nessuno. Durante la Tessitura, più che in altre occasioni, abbiamo l’opportunità di scoprire, decidere o focalizzare ciò che vogliamo davvero e crearne un’immagine nitida nella mente, ripulita da condizionamenti, questo rende più vicino l’obiettivo che abbiamo, ci predispone a riceverlo e a mettere in moto le risorse necessarie per conseguirlo. Attiviamo l’energia dell’Intenzione, la stessa che ci ha creato, risvegliando la sua scintilla dentro di noi.

Prima di scegliere l’Intento e associarlo al filo con cui si inizia la tessitura, ci si ferma sempre un po’, in silenzio, per farsi ispirare, ascoltarsi profondamente, riconoscere ciò che va lasciato andare, fare spazio al nuovo, a ciò che è autentico, oppure confermare un proposito conosciuto. Quando prevalgono bisogni o mancanze, si sposta l’attenzione verso intenzioni propositive, a volte si hanno vere e proprie intuizioni, altre arriva la gioia tipica che indica la scoperta dell’Intento del cuore o di quello in linea con i nostri talenti. Qualcuno non ha buoni auspici solo per sé, ma anche per gli altri, per l’umanità, e c’è chi compone il mandala come ringraziamento per l’abbondanza presente nella sua vita. Ogni tanto si intona un canto.

In genere per la Tessitura ci si ritrova in gruppo, anche se ognuno ha il proprio Intento specifico, e questo ne rafforza l’efficacia propiziatoria, perché l’atto diventa corale, evocativo, la motivazione è comune, tutti sono concentrati in un’unica azione condivisa, la sperimentano concretamente, ne riconoscono il valore. Ci si aiuta, non solo materialmente, prestandosi i gomitoli di lana o spiegando come avvicendare i fili tra loro, ma anche con spazi di silenzio, saggezza, condivisione, che nutrono lo stato d’animo. Si alleggeriscono i pensieri e le emozioni, il loro vibrare alto rinnova e sostiene i singoli auspici facendo spazio a ispirazioni e creatività, ripulendo i desideri dal superfluo. Si celebra con gratitudine l’opportunità.

Focalizzare l’attenzione sui nostri Intenti è come piantare dei semi, abbiamo scelto quelli e non altri, abbiamo preso una decisione circa ciò che vogliamo vivere, gli stiamo dando energia, li mettiamo a terra dopo aver preparato il terreno, quando il periodo è fertile, affinché diano frutto per noi e per gli altri. È un gesto di responsabilità e consapevolezza, una volta seminato, infatti, se si cambia idea e si trascura il terreno, difficilmente si raccoglierà qualcosa, oppure ci si dovrà accontentare, a meno che ciò non avvenga perché abbiamo trovato di meglio. È anche un gesto di affidamento, poiché piantando il seme viene affidato alla terra e al cielo che lo nutriranno e faranno crescere. Naturalmente ce ne prenderemo cura anche noi, saranno fatte azioni, potranno esserci dei giorni di freddo e attesa da gestire, ma molto dipenderà anche, e viene sostenuto anche, dai quattro elementi, dal sole e dall’acqua, dal ciclo dell’energia vitale. Possiamo rilassarci! Anche perché ciò che desideriamo esiste già, in un certo senso, non dobbiamo lottare per conseguirlo, semmai scoprirlo, riceverlo, allinearci ad esso, ogni tipo di vita possibile esiste, il fatto che diventi un’esperienza o meno è dovuto alla nostra decisione interiore. Continuando con l’analogia fra i semi e gli intenti, è come dire che esistono già tutti i tipi di semi possibili o le combinazioni, noi possiamo scegliere quali piantare in base ai frutti che vogliamo raccogliere, seguire poi le indicazioni e l’intuito, affinché quella specifica varietà fruttifichi.

Quindi, affidare i Propositi all’Esistenza, o all’Universo se preferite, non significa non occuparsene o abbandonare le cose al caso, ma riconoscere di essere sostenuti da una Forza più grande che, tra l’altro, si attiva proprio per questo, perché ne siamo consapevoli, e lasciare andare il controllo, la preoccupazione, l’importanza del fine. Ciò diventa più spontaneo quando l’Intento è chiaro, quando lo percepiamo reale, perché sentiamo che l’energia dell’Intenzione lo sostiene in maniera naturale e ci aiuta, in questo modo emettiamo pensieri e stati emozionali benevoli, carichi di fiducia e gratitudine, che fanno fluire meglio il potere amorevole dell’intenzione.

Quando ci si distacca dal risultato, si è protetti dal rischio che l’Intento diventi un fardello o un dovere, che la nostra felicità dipenda dalla sua realizzazione, così impariamo a goderci il viaggio. Le ansie, l’aspettativa, i condizionamenti e le illusioni si fanno da parte, ci diamo il permesso agire, di vivere l’inaspettato e farci stupire, di gestire l’imprevisto come opportunità.

Togliere importanza al fine, a come avverrà la manifestazione dell’Intento, evita di esserne dominati, libera dalla paura di perdere qualcosa, dal doverlo difendere o conquistare, rende leggeri e determinati, senza distrazioni, permettendo di fluire. Pensare di essere felici solo quando i desideri si realizzano, significa condannarsi a essere insoddisfatti finché ciò non accade, abbassa la propria energia, il proprio potere personale, ripetendo schemi inconsci o mentali che ne allontanano la realizzazione stessa. L’Intento è un atto d’amore, nel focalizzare un’aspirazione concreta si dichiara di volere il proprio bene e magari quello altrui, non è un dovere, una fissazione, una fatica, né un’illusione, non costringe ad arrovellarsi, a rispettare dei canoni autoimposti, ad essere perfetti, a raggiungere qualcosa per forza, ad accontentare qualcuno, ma è una gioia nel momento stesso in cui l’Anima lo sussurra. L’appagamento, il senso, che tramite la realizzazione dell’intento si cerca, è già presente nell’atto creativo dell’Intenzione e diventa il motore per concretizzarlo.

Le Donne e il Filo

Della Tessitura sono custodi principalmente le Donne che ne hanno garantito il tramando sino ad oggi. In gruppo espandono il loro Femminile e nella condivisione ispirata riaccendono il loro potere creativo, divengono tramiti fra l’invisibile e la realizzazione, capaci di canalizzare con immediatezza ciò che serve, di accoglierlo in un luogo fertile e di materializzarlo con il giusto ritmo di gestazione, in quanto nutrici, simboli di fertilità, fonti di vita. Sanno gestire i Fili, con essi creano e trasformano ciò che è grezzo in opera di valore. Nella mitologia le Tre Parche possiedono l’arte di creare destini intrecciando fili, così determinano il destino dell’uomo; dette anche Fatae, perché presiedono il Fato, inizialmente erano collegate alla nascita e alla gravidanza. Nel mito di Arianna il filo diventa salvifico; quando Teseo entra nel labirinto lei gli dona un gomitolo di lana per tracciare il percorso affinché, una volta sconfitto il Minotauro, il giovane ne potesse uscire indenne seguendo il filo.  La novena a Maria che scioglie i nodi è una preghiera che i cattolici praticano per liberarsi da pesi e dagli irrisolti, poiché alla Madonna viene attribuito il potere di sciogliere i nodi presenti nell’Anima, nel filo della vita. La Dama salvata da San Giorgio, nel dipinto di Paolo Uccello, tiene a guinzaglio il drago con un filo sottile, senza dover usare la forza fisica; non è spaventata, rivelando un potere interiore fatto di grazia, coraggio e magnetismo capace di vincere la furia degli istinti quasi ipnotizzando la bestia; il santo dà il colpo di grazia con la lancia suggerendo come l’azione congiunta fra un maschile e un femminile evoluti possa domare i demoni interiori.

Queste Dee e Donne sono connesse con Anima e Spirito, mostrano Saggezza e Forza, possiedono il potere della Gentilezza, della Cura, della Misericordia, e soprattutto dell’Amore, virtù necessarie per utilizzare il Filo che «collega tutti gli stati dell’esistenza, fra loro e al loro Principio» per citare Guénon, l’Amore che probabilmente su quel filo scorre. Uscire dai labirinti della mente, domare i propri demoni, sciogliere i nodi emotivi, elevare il proprio destino, sono essi stessi Intenti preziosi che ogni giorno possiamo ricordare e sostenere, come ogni altro proposito ci stia a cuore. Trovano spazio con estrema naturalezza e semplicità nei momenti rituali come la Tessitura dell’Intento, perché è un atto che sprigiona il nostro potere creativo, quello dell’intenzione ispirata, riequilibra le energie, lo spazio e il tempo si annullano in un momento di presenza rigenerante. All’inizio è un caos di gomitoli, fili, bastoncini e legnetti, di voci, di risate e domande, soprattutto se è la prima volta che si pratica e non si sa come fare, poi, man mano che ognuna focalizza i propri Intenti e sceglie la lana con cui tesserli, inizia un silenzio carico di armonia che frasi sporadiche come “mi passi il blu”? oppure “dove sono le forbici”? non interrompono. Si sta come in un utero che accoglie, contiene, nutre, dà la vita.

Simbologie della Tessitura

La Tessitura consolida gli intenti espressi nel proprio cuore, gli dà una forma, accorda Anima e Ragione, mentre le vibrazioni dei colori richiamano le forze archetipiche corrispondenti a sostegno dei propri propositi. È un vero atto di volontà, perché tramite la tessitura si dichiara, con amore e decisione, ciò che si vuole, di essere pronti a riceverlo, a viverlo. La forma del manufatto è sempre la stessa per tutti, il rombo, ma si differenzia per grandezza, colorazione e per l’energia impressa dalla nostra “attenzione creativa”, diventando così un oggetto unico, come i propri intenti, che seppur possono essere simili ad altri, si realizzano in modo diverso per ciascuno, grazie anche ai talenti specifici.

I due bastoncini incrociati sono l’ossatura, il sostegno del mandala, e vengono rinsaldati dal filo di lana che gli passa intorno. Simboleggiano la realizzazione totale dell’uomo, non solo quella dei suoi propositi, e richiamano l’unione fra materia e spirito. La Croce, infatti, è un simbolo antichissimo, molto diffuso, che possiamo assumere anche con il corpo, associato alla realizzazione dell’uomo, perché collega la nostra parte materiale, asse orizzontale, a quella spirituale, asse verticale, nel punto in cui i due assi si incrociano che è il Cuore. Il mandala rappresenta l’Universo con tutte le sue infinite possibilità e si comincia a tessere proprio dal punto di incontro dei due legnetti, attorno a un centro che simboleggia l’apertura all’Infinito, a tutti futuri possibili. Assume poi un significato specifico in base a come viene realizzato, ai colori, alla forma, agli intenti che vi si associano. Il primo filo, e quindi il primo proposito scelto, ha la funzione di unire i due bastoncini, la nostra parte materiale a quella spirituale, nel punto in cui si incrociano, nel Cuore, ponendo le basi, le radici, per una crescita che parta e sia sostenuta da sentimenti e pensieri elevati, dall’Amore.

Così, quando si realizza il mandala, mentre lo vediamo prendere forma tessendo i fili passo passo, si ha l’impressione che qualcosa si stia aggiustando anche dentro di noi, che stia trovando il suo senso, il suo posto, il suo allineamento con il cosmo, senza bisogno di capire, di avere spiegazioni.

Vi auguro di avere la giusta leggerezza e la magica determinazione per allinearvi con i vostri Intenti del Cuore, di sentirvene degni e di saperli affidare. E anche se la Tessitura con tutti i suoi fili colorati e gomitoli di lana ci aspetta in autunno, ogni momento è propizio per focalizzare l’Intento dentro di noi e lasciare che l’energia dell’Intenzione lo renda possibile.

Paola PelaArti Meditative

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