Ognuno vede nel mondo ciò che porta nel suo cuore – Goethe
Decidere di meditare è prendersi cura di tutto il proprio essere e imparare il Linguaggio dell’Universo.
Quando sentiamo e crediamo profondamente in qualcosa, che ne siamo consapevoli o meno, il mondo ci mostra quel “qualcosa” come in uno specchio, ci restituisce situazioni e comportamenti allineati con i principi, i valori o i condizionamenti che abbiamo, con le nostre credenze e convinzioni, soprattutto quelle inconsce. Ci sono momenti della vita, però, in cui ciò che vediamo non ci piace, veniamo messi alla prova, oppure vorremmo altro, siamo inondati di idee e progetti, e questi sono momenti molto preziosi, perché finalmente iniziamo a porci domande, a delineare obiettivi, a dire di SI a noi stessi, a trasformare le mancanze in Intenti Propositivi, ad accorgerci della nostra strada. L’importante è non saltare uno dei passaggi fondamentali del cammino, quello di ridefinire il nostro Vocabolario emozionale, cognitivo e immaginale per poter Essere sé stessi in modo autentico e manifestare la realtà che davvero ci corrisponde. Molto di ciò che viviamo, infatti, dipende dalle Emozioni che prevalgono in noi, dalle Parole che utilizziamo, dal significato che attribuiamo ai Concetti, dai Pensieri che vibriamo, dalle Immagini Mentali che produciamo. Tramite le Arti Meditative apprendiamo un linguaggio libero dai condizionamenti, il più possibile puro, che ci permette di allinearci a un punto zero, a uno stato di Presenza, paragonabile a un foglio bianco dove ci sono tutte le possibilità, su cui possiamo scrivere e disegnare qualcosa di nuovo partendo, però, da sentimenti e piani di coscienza elevati. La Meditazione ci aiuta a stabilire un contatto con la realtà priva di proiezioni mentali alterate.
Sulla Meditazione, oggi, si trovano moltissime informazioni, validazioni scientifiche, cenni storici e culturali, varie scuole e approcci, che ci aiutano a comprendere in parte di cosa si tratta. È però la pratica che fa la differenza, quando sperimentiamo ci rendiamo conto davvero se fa per noi, soprattutto se abbiamo scelto un percorso da seguire e un ottimo insegnante come guida per diventare consapevoli e autonomi.
Nei Laboratori di Arti Meditative, la Meditazione è una maniera di rapportarsi a se stessi e alla vita, parte di un percorso più ampio, e mantiene la sua Sacralità. È qualcosa di naturale, un modo di sentire e osservare, uno strumento di crescita. Integra le Visualizzazioni, agli Archetipi e le Parole Chiave che sono potenti pratiche per conoscersi, renderci più coscienti, liberarci dai condizionamenti, favorire l’energia creativa e Intenti. Qui la meditazione non ha finalità terapeutiche anche se, naturalmente, ha poi benefici su tutti i piani, (psicofisico, emotivo, mentale, energetico) e non interessano gli effetti speciali, anzi, si fa molta attenzione alla gestione graduale dell’energia.
Da diversi decenni la meditazione ha iniziato a diffondersi anche al di fuori dei centri e delle scuole specifiche. Da un lato si è sviluppato un adattamento delle tecniche a scopi terapeutici con un approccio laico, soprattutto in occidente, dall’altro si è riaffermata come pratica spirituale di consapevolezza. Allo stesso tempo il concetto di meditazione sta cambiando, in parte subisce una semplificazione, dovuto alla larga diffusione che la rende più accessibile, in parte sta emergendo quanto sia determinante il modo in cui ci si predispone ad essa.

Scrivendone non voglio creare in chi legge aspettative su cosa sia il meditare o dilungarmi sulle definizioni (le informazioni si trovano in libri, corsi, siti web dedicati), ma far affiorare Intenti Propositivi che facciano della meditazione una via diretta e spontanea per il proprio Centro di Coscienza, dove risiede un linguaggio puro e vibrante, e da lì proiettare nella realtà le qualità e le risorse che contiene.
Quando ho iniziato, molti anni fa, meditare era il mio modo spontaneo di connettermi profondamente con uno spazio interiore pacifico e amorevole, dove trovavo una quiete dinamica. Non c’era l’ansia di dover ottenere un risultato, di vedere entità particolari o fuochi d’artificio, di dover stare bene a tutti i costi o essere felice, e non era una fuga. In qualche modo nonostante le prove della vita (particolarmente intense) il senso del Sacro lo avevo già, quindi ero felice al solo pensiero di meditare, perché era il modo con cui nutrivo la mia sensibilità spirituale più profondamente, praticando mi sentivo integra, completa, presente. Uno stato interiore che, gradualmente, si manifestava nella realtà, trasformando le situazioni esterne.
Ed è questo che oggi propongo nei Laboratori, la pratica delle Arti Meditative nel loro complesso, per essere consapevoli del potere creativo che abbiamo quando prendiamo consapevolezza di come i pensieri caratterizzino la realtà e sul pizzico di magia che possiamo risvegliare in noi, iniziando a giocare sul serio!
(Paola Pela – Arti Meditative)